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Narciso Bacci, nostromo, ormai prossimo alla pensione, si accinge a fare richiesta di una concessione demaniale; gli verrà dato, qualche tempo dopo, un tratto di arenile dove c'era solamente sabbia e "prunache". In molti sconsigliarono mio nonno di darsi a questa nuova, per lui, attività. Ciò che contava per lui, un uomo che per lavoro navigava per mesi intorno al mondo, era solamente di rimanere a vivere il più vicino possibile al mare, in modo da soddisfare la sua grande passione, appunto il mare. Cominciò a gestire, con l'ottimo aiuto di mia nonna "Rinaldina", il Bagno Giancarlo. Fu una scelta molto particolare quella del nome perché con due figli non poteva dare il nome di uno o dell'altra, avrebbe poi scontentato qualcuno. Io non so né come né perché vennero usati proprio i soprannomi Carlo, come al Forte era chiamato mio padre, che per l'anagrafe era Gastone, e Gianna, come veniva chiamata mia zia Giovanna. Venne fuori Giancarlo. Non erano sicuramente anni semplici: lavoro, debiti, sacrifici, ma sono riusciti a crescere bene due figli e a creare un'attività dal niente. Costruirono il primo capannone, le prime cabine e già allora il servizio ristorazione che oggi, più evoluto, si chiama "take-away". Sì perché la nonna Rinaldina, rinomata come una donna molto capace con i clienti e come cuoca, preparava, da asporto, piatti tipici di mare e non, per i cosiddetti "signori" che frequentavano il Bagno Giancarlo. La nonna principalmente si occupava del Bagno, mentre il nonno metteve le reti e pescava il pesce che poi la nonna cucinava.
Nel 1978, ormai vecchi, i nonni lasciarono l'attività ai figli, poi completamente rilevata da mio padre, che con l'aiuto dell'Alfonsina, mia madre, hanno gestito in modo impeccabile fino al 2005, l'anno della prematura scomparsa di mio babbo. Io era già dal 1989
che lavoravo qui al Bagno Giancarlo ma dal 2005 ho cominciato a dedicare anima e corpo al mio attuale lavoro.
Carlo Bacci |
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